Vidēre | 2019

Residenza d’artista
A cura di Gianni Di Matteo
Su invito della direttrice Natalia Stefanovna Karovskaya
State Museum Preserve Rostov Kremlin – Russia


L’artista siciliano Dario Andriolo inaugurerà il Nuovo Centro di Arte Contemporanea della Russia.



Verrà inaugurato in primavera 2021 lo State Museum Preserve “Rostov Kremlin”. La video installazione dell’artista palermitano Dario Denso Andriolo sarà la prima opera digitale che comparirà all’esterno del Museo e permetterà al Nuovo Centro di Arte Contemporanea russo di aprirsi al mondo intero.

Sarà l’opera di un artista palermitano a inaugurare le antiche scuderie del Cremlino di Rostov, secondo solo a quello di Mosca, dove nascerà il Nuovo Centro di Arte Contemporanea della Russia. Il nuovo complesso mussale verrà inaugurato nella primavera 2020. 
La video installazione dell’artista siciliano Dario Denso Andriolo dal titolo “Videre” sarà la prima opera digitale che comparirà all’esterno del Museo. Sarà fruibile giorno e notte e, soprattutto, permetterà al Nuovo Centro di Arte Contemporanea di Rostov di aprirsi al mondo intero.
Il progetto è frutto di una residenza dell’artista nella città russa conclusasi poche settimane fa e lunga dodici giorni, guidata dall’architetto Gianni Di Matteo, direttore della Rete Museale e Naturale Belicina, su invito di Natalia Stefanovna Karovskaya, direttrice dello State Museum Preserve “Rostov Kremlin”.
Durante la permanenza a Rostov Dario Andriolo si è immerso nella realtà locale vivendo a stretto contatto con altri artisti, artigiani e maestranze del luogo. Un viaggio spirituale e tecnico tra le icone della religione ortodossa e le architetture fiabesche tipiche della Russia che ha dato vita a un progetto site-specific nato innanzitutto dalla ricerca di una prospettiva che risultasse luminosa anche col cielo tipicamente invernale che caratterizza il luogo e che accostasse la storia del passato alla prospettiva del futuro in continuo divenire. Ed è appunto da questa ricerca visiva e sensoriale, attenta e meticolosa, che nasce “Videre”.
Andriolo anche in questa opera, attraverso la scelta di particolari suoni, intende suscitare la riflessione legata alla scarsa capacità di ascolto e alle difficoltà di assimilare informazioni, caratteristiche dell’epoca digitale, sempre più interconnessa ma al contempo assente e deconcentrata. L’impossibilità di trattenere a lungo dei dati, generata dalla proliferazione massiva degli schermi, si traduce in un’esperienza percettiva fortemente magnetica, in grado di condurci da fuori a oltre lo schermo.